È un trattamento psicoterapeutico “breve”, caratterizzato da un approccio attivo e strutturato, nonché indirizzato alla soluzione dei problemi presentati dal paziente.
In particolare, possiamo definire questo orientamento:
Uno degli obiettivi primari della terapia cognitivo-comportamentale è aiutare il paziente a identificare, e successivamente modificare i meccanismi di pensiero distorti che sono alla base delle sue difficoltà, cambiando di conseguenza anche il suo modo di percepire e di agire e indirizzandolo verso modalità di pensiero e comportamento più adattive ed efficaci per il raggiungimento dei propri scopi e del proprio benessere.
In sostanza, la terapia cognitivo-comportamentale lavora identificando e successivamente modificando gli schemi mentali (spesso automatici) delle persone e, di conseguenza, i loro comportamenti. Per fare ciò, interviene sui processi cognitivi (i pensieri, le immagini e i meccanismi mentali) e sul modo in cui essi influenzano i comportamenti e le emozioni delle persone.
Uno dei vantaggi di questo approccio, rispetto ad altri orientamenti psicoterapeutici, è la sua brevità – per quanto sia impossibile prevedere a priori la durata e ogni intervento sia un caso a sé, in genere affronta la maggior parte delle problematiche emozionali in un arco che va dai tre ai sei mesi. Gli incontri hanno in genere una cadenza settimanale [bisettimanale in caso di momenti di particolare crisi; quindicinali quando la terapia si avvia a conclusione] e una durata di circa 50 / 60 minuti.
Durante le sedute, paziente e terapeuta lavorano insieme per comprendere il problema presentato – attraverso l’analisi e la verifica di ipotesi esplicative, la ricerca di episodi esemplificativi e la messa in atto di appositi “esperimenti” di controllo – e sviluppare strategie alternative per affrontarlo e risolverlo. L’approccio cognitivo-comportamentale fornisce inoltre al paziente una serie di principi operativi che, una volta validati in sede di analisi del problema insieme al terapeuta, potranno venir rievocati e applicati nella vita di tutti i giorni ogniqualvolta il paziente dovesse trovarsi in dubbio o in difficoltà.
In sintesi, si tratta di una combinazione tra psicoterapia e terapia comportamentale: la prima pone enfasi sull’importanza del significato, del tutto personale, che ognuno di noi attribuisce alle esperienze con cui entra in contatto e sul fatto che impariamo a utilizzare alcuni meccanismi mentali piuttosto che altri nella nostra infanzia; la seconda si focalizza sulla stretta relazione esistente tra i problemi, i comportamenti e i pensieri.
L’equilibrio fra gli elementi cognitivi e quelli comportamentali varia tra i diversi sottotipi di terapia e in relazione all’orientamento personale dei terapeuti, alle caratteristiche dei pazienti e alla natura dei problemi presentati.
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