FoodNet è il primo progetto di prevenzione primaria dei Disturbi del Comportamento Alimentare in Italia.
FoodNet nasce nel 2017 con l’obiettivo di promuovere la possibilità di fare prevenzione delle malattie del comportamento alimentare: si propone infatti di dimostrare che intervenire PRIMA che le problematiche legate all’alimentazione si manifestino non solo è possibile, ma è anche efficace e necessario, .
Al progetto collaborano psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, endocrinologi e nutrizionisti dell’Associazione A.R.P. [Associazione per la Ricerca in Psicologia clinica di Milano], che da oltre 35 anni opera in campo clinico, occupandosi di ricerca e trattamento su differenti patologie psicologiche e psichiatriche, tra cui i DCA.
Il team di professionisti dell’Associazione A.R.P., trovandosi a curare tantissimi adolescenti e adulti che arrivano a sviluppare malattie alimentari anche molto gravi, si sono chiesti: ma queste persone che ora stanno così male, sono stati bambini… quale tipo di rapporto avevano con il cibo quando andavano alle elementari? Si poteva fare qualcosa allora, per aiutarli a non stare così male, qualche anno dopo?
Il Progetto FoodNet è dunque nato dalla convinzione che sia possibile intervenire precocemente sulle malattie del comportamento alimentare coinvolgendo direttamente bambini, insegnanti e genitori nellacostruzione di una specifica consapevolezza sullo stretto legame tra alimentazione ed emozioni, che si rivelerà essenziale nell’aiutare i futuri adolescenti ad affrontare un’eventuale difficoltà con l’alimentazione in futuro, e nel proteggerli dallo sviluppo di una malattia del comportamento alimentare vera e propria.
Per quanto parlare di cibo sano e fornire informazioni sulla ormai famosa piramide alimentare e su un’alimentazione bilanciata/equilibrata rappresenti certamente un elemento utile e virtuoso, i fondatori del Progetto FoodNet ritengono che non sarebbero contenuti sufficienti per configurare un’azione in grado di ostacolare l’insorgenza di una malattia del comportamento alimentare. Allo stesso tempo, affrontare con bambini delle classi elementari le varie forme di Disturbo Alimentare risulterebbe poco efficace, se non addirittura controproducente, in quanto rischierebbe la trasmissione di informazioni-trigger, con il rischio di comportamenti imitativi (che come sappiamo rappresentano un elemento rilevante negli esordi dei DCA).
Per poter mirare a un’efficacia preventiva verso manifestazioni complesse e subdole come le varie forme di patologie alimentari è necessario affrontare fin da subito le tematiche emotive alla base di ogni forma di disturbo dell’alimentazione, ponendo dunque il focus sullo stretto e diretto legame tra l’alimentazione e il mondo emotivo.
Prevenire una malattia del comportamento alimentare significa giocare d’anticipo, prima che una difficoltà legata al cibo o all’identità corporea si trasformi in un disturbo vero e proprio. Facilitare e stimolare una piena consapevolezza dei meccanismi emotivi alla base del ricorso al cibo ha l’obiettivo di strutturare una sorta di protezione verso il ricorso all’alimentazione in maniera istintiva e inconsapevole.
Per quanto sia noto e appurato tra i professionisti del settore, il fatto che non si mangia solo per nutrirsi o per placare la fame, ma anche in risposta a stati e mutamenti emotivi è spesso poco evidente. Numerosi studi hanno evidenziato che i sintomi delle patologie alimentari rappresentano strategie disfunzionali di regolazione emotiva.
Per citare Macht, , “in tutti i DCA le emozioni intense – negative, ma anche positive – inducono a mangiare, o incidono sulla scelta degli alimenti e/o sulla loro quantità”. Esplicitare e condividere questa premessa è spesso uno dei primi passaggi di ogni trattamento terapeutico con pazienti alimentari: il costrutto alla base del Progetto FoodNet è che farlo anche con bambini che ancora non hanno sviluppato problematiche alimentari li renderebbe più consapevoli e dunque più pronti e strutturati ad affrontare e gestire impulsi connessi all’alimentazione.
Inoltre, apprendere che il proprio modo istintivo di reagire alle diverse emozioni non è universale ma personale, e non per questo giusto o sbagliato, nonché imparare a tenerne conto nella propria vita di tutti i giorni può rivelarsi un prezioso strumento strategico, oltre che un valido elemento protettivo contro eventuali sintomi di disregolazione alimentare.
Infine, se sviluppata in età precoce, la capacità di prestare attenzione e gestire consapevolmente le diverse sensazioni corporee derivanti da fame, sazietà, disgusto o stati emotivi può entrare a far parte del bagaglio strutturale di risorse dell’individuo, e divenire uno dei diversi strumenti in grado di maneggiare e contrastare l’impellenza che questi impulsi possono imporre, se non adeguatamente gestiti.
I dati clinici e di letteratura evidenziano come la precocità della diagnosi e della presa in carico correlino con la probabilità di successo terapeutico e come, d’altra parte, un intervento tardivo risulti meno efficace nel risolvere condizioni psicopatologiche alimentari, che rischiano spesso di cronicizzarsi. Nonostante tali evidenze, come già accennato, i programmi di prevenzione delle malattie del comportamento alimentare sono attualmente molto poco diffusi, sia a livello nazionale che internazionale.
Il Progetto FoodNet ha così ideato e messo a punto un modello di intervento ad hoc, con kit di materiali creativi, colorati e coinvolgenti che hanno lo scopo di favorire lo sviluppo della consapevolezza dell’importante quanto poco riconosciuto legame tra cibo ed emozioni, con il linguaggio e la leggerezza adatti ai bambini di 9/10 anni.
Si tratta di azioni formativo-esperienziali finalizzate alla costruzione di uno scudo protettivo verso il possibile sviluppo di un Disturbo del Comportamento Alimentare – che come sappiamo generalmente si manifesta qualche anno più tardi – che attraverso l’utilizzo di schede appositamente progettate, esercizi interattivi, filmati, giochi individuali e di gruppo, hanno lo scopo di:
La possibilità di realizzare interventi di prevenzione sui potenziali Disturbi del Comportamento Alimentare, prima che questi si siano manifestati, diventa di importanza primaria per aiutare i bambini – nonché futuri adolescenti – a costruire un efficace “scudo di protezione” nei confronti di modalità di espressione del disagio tanto pericolose quanto frequenti.
In quest’ottica, la prevenzione ai DCA nelle scuole dovrebbe anche essere in grado di:
Questo permetterebbe di ostacolare e limitare la manifestazione di queste malattie e agevolare l’intero iter di cura, favorendo al contempo un aumento degli esiti favorevoli delle terapie e una considerevole riduzione dei costi della spesa sanitaria nazionale.
Il vero obiettivo è però diffondere l’idea che la prevenzione primaria alle patologie alimentari è non solo possibile, ma attuabile ed efficace, e dunque portare il Modello di prevenzione al Ministero dell’Istruzione, nella speranza che intervenire precocemente nell’infanzia coinvolgendo direttamente bambini, insegnanti e genitori nella costruzione di una specifica consapevolezza sullo stretto legame tra alimentazione ed emozioni possa diventare parte del piano didattico nazionale, e raggiungere tutti gli alunni di IV° e V° elementare.
In questo modo un altro importante tassello al tentativo di diffondere l’idea che le malattie del comportamento alimentare – per quanto molto diffuse e potenzialmente gravi – possono essere contrastate, sarà messo a punto.
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